«Abbiamo riportato Guè nella sua vecchia scuola per rispondere alle domande dei bambini e dare un po’ di lezioni di vita da vero G.». Si presenta così sul profilo Youtube di Noisey Italia il video del rapper Gué Pequeno che «risponde alle domande di un gruppo di bambini su soldi, macchine e Cristiano Ronaldo».
Il video, che si può vedere cliccando sull'icona sottostante, dura pochi minuti, è apparentemente neutro ed è ambientato in un'aula scolastica.
Alcuni dettagli potrebbero indurre a pensare che si tratti di un allestimento e non di un intervento in orario didattico: l'assenza di mascherine, la composizione della classe, la presentazione che parla di scuola e di bambini e non di bambini della scuola, l'assenza di altri adulti. In entrambe le ipotesi la sostanza non cambia di una virgola ed il risultato comunicativo è ampiamente raggiunto: creare, rappresentandolo, un punto di collegamento tra i bambini e un progetto artistico; normalizzarlo inserendolo in un ambiente educativo, reale o percepito che sia; abbassare la soglia critica attraverso l'indiscussa simpatia dei protagonisti. L'operazione è raffinata e, fin qui, non ho nulla da dire.
Premesso che non si sta parlando della persona-artista, si apre una questione educativa: di che progetto artistico si sta parlando? È adatto ai bambini? È in linea con i progetti didattici ed educativi che si propongono ai bambini di quell'età presenti fisicamente o in rete? Sono domande lecite perché nello storyboard del video si pre-suppone che i bambini conoscano il progetto artistico. Scorriamo allora alcune canzoni presenti in rete lungo alcune linee tematiche, evidenziando che per le citazioni da canzoni 'collettive' sono state utilizzate le sole parti interpretate dall'Artista.
Le donne sono talvolta descritte come conquiste sessuali: «ti stendo come Emel'janenko, la tua tipa su***a non male» [testo del brano «Lamborghini»]; «perché le f**e di voi rapper le ho schiaccia*e prima tutte io; hip-hop ita è ipocrita, la mia pu***na è tropical» [testo del brano «Ti levo le collane»]; «chi ha ispirato generazioni di rapper di 'sti quartieri? (G-U-È); la street più ben disegnata, la bit*h più desiderata (G-U-È) [testo del brano «La G la U La E pt. 2»]. Va tenuto presente che bit*h significa pu***na: il termine viene usato per indicare una 'donna' o una 'ragazza'.
Parallelamente c'è un più ampio processo letterario di pornografizzazione della donna: «quando me lo su***ia, sembra che lo stacca» [testo del brano «Daytona»]; «e tu ti chiedi dove sia (Lei), lei è sempre sul mio zzo*a; (...) Era così stretta che chia**ndo ho avuto la claustrofobia (G)» [testo del brano «Nicolas Cage»].
Il tema della droga, in linea con il genere artistico, è presente: «vuoi la coca piccola, mmh, cocaina» [testo del brano «Disgusting» con Ernia]; «tuo fratello vuole fare il gangsta (scemo); stasera non vuole che tu esca (ma va); gli riempio la nasca, fa un'eccezione» [gli riempio il naso di droga, forse cocaina ndr] [testo del brano «Pazzeska» con Myss Keta]; «produco dopa come un cocalero» [testo del brano «La G La U La E»].
Soldi e beni di lusso. Il repertorio, come consuetudine nel genere, è costellato di esibizione di denaro e oggetti di lusso. Il concept è ben rappresentato da una citazione: «è il giorno del mio matrimonio, oggi mi sposo col money. I soldi per me sono Dio, ma per molti sono il demonio» [testo del brano «Lamborghini»]. Parallelamente, ci sono alcuni riferimenti alla malavita: «G Corleone, al collo Orione, brillo, studio astrologia Il crimine paga» [testo del brano «Nicolas Cage»]; «al polso una miniera, mafia come a Gela (Yeah)» [testo del brano «Daytona»]; «nella vita ho più di una passione, le droghe, l'ultraviolenza e Beethoven» [testo del brano «Alex» cantata da DJ Harsh], con un riferimento al protagonista di «Arancia meccanica» che amava il compositore tedesco.
Se questi prodotti fossero fatti da adulti per adulti formati e consapevoli, potremmo discutere fino a notte fonda sulla loro opportunità o meno, ma nulla più. Siamo invece in presenza di un sistema che non si regolamenta da solo, con i bambini della generazione Alfa che sono divenuti players di mercato riconosciuti ed ambiti. Il tutto, ed è qui il problema, senza alcun bilanciamento del mondo educante, che, davanti al successo e indipendentemente dal contenuto, si prostra silente e adorante.
Andando oltre il caso specifico, credo sia arrivato il tempo per riflettere sulla regolamentazione delle presenze 'esterne' nei luoghi deputati all'educazione dell'infanzia e sull'inserimento dei bambini in contesti culturali o ambientali non adatti all'età: purtroppo, si è rotto l'argine tra l'infanzia e l'età adulta, tra il proibito e il vietato ai minori, come si può capire dalle centinaia di commenti al video che non evidenziano la centralità del bambino. Un argine che va ricostruito, anche nel silenzio e nelle esitazioni del mondo istituzionale, in altre faccende affacendato, magari mediaticamente più redditizie di quanto non sia l'educazione e il diritto all'infanzia di crescere serenamente e senza spinte in avanti. Un argine che va ricostruito con chi ci sta, pochi o tanti che siano.
© Marco Brusati
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